giovedì 25 settembre 2008

Voyager: il mistero corre sul... nulla

Ieri sera ero a casa di una mia amica che si sintonizza sulla fantasmagorica trasmissione di Rai 2, Voyager appunto, dove un Roberto Giacobbo piuttosto "lievitato" e insopportabilmente gesticolante decantava le meravigliose scoperte e i segreti che sarebbero stati rivelati nella trasmissione di ieri sera: "Entreremo nella famosa area 51... cosa nascondono le Forze Armate Americane in quella impenetrabile zona militare?... Poi andremo alla scoperta di uno dei luoghi più misteriosi e straordinari del mondo: il Machu Picchu. Chi lo ha costruito? E come?... E ancora: cosa c'è di vero nell'inquietante profezia contenuta in una frase di Albert Einstein
- Quando scomparirà l'ultima ape sulla faccia della Terra, il destino dell'uomo sarà segnato. - ? ".
Partendo dal presupposto che una profezia (prendo testualmente dal dizionario) è una PREDIZIONE INFALLIBILE di eventi futuri, che deriva dall’ispirazione divina, spec. dei profeti della Bibbia, di Gesù Cristo, dei santi e dei veggenti della tradizione agiografica o una predizione fondata su INTUIZIONE PERSONALE o dedotta dall’applicazione di tecniche magiche e divinatorie, ma anche un AVVERTIMENTO PERSONALE su eventi che si possono verificare in futuro, occorreva scomodare Einstein e i soldi dei contribuenti per capire che il nostro mondo inquinato, depauperato e sventrato si stia appropinquando al tracollo definitivo?
Vogliamo parlare della famosa AREA 51? E parliamone. A parte il fatto che l'argomento è stato già trattato un miliardo di volte, pensate davvero che ieri sera il mistero sia stato svelato?... Certo che no. Bravi, risposta esatta! Non ho cronometrato il servizio perché ero troppo impegnata a ridere con mio marito su quei due attempati americani che continuavano a girare intorno alla famigerata AREA per scoprire qualcosa di insolito, che andavano su un'altura, armati di strumenti ad alta tecnologia e restavano svegli tutta la notte per vedere, a un tratto, una lucina nel cielo (un aereo) e un Mig che si è messo a volteggiare nell'aria alle prime luci del mattino. Il servizio si è concluso, al solito, con una affermazione che ci ha fatto tremare le vene ai polsi: "Sono ancora tanti i misteri da scoprire.".
Ma non dovevano essere rivelati in puntata?
Volete sapere del Machu Picchu? Mi dispiace ma mi sono persa le rivelazioni del secolo perché mio figlio si era addormentato (e non soltanto lui).
Non so quanto Voyager abbia fatto di share ieri sera, ma tutti quelli che lo hanno visto sono stati sicuramente meno lungimiranti di un mio alunno (uno dei più "somari" della classe). Un compagno (tra i più bravi) dice: - Stasera c'è Voyager! Lo sai che ci faranno vedere gli UFO?!?- e lui - Macché, là dicono solo cavolate!- .
Io avrei usato un'altra terminologia... ma questo è un altro discorso.

venerdì 19 settembre 2008

Quando l'amore sconvolge le vite e la razionalità evita disastri

Sotto questo cielo tuonante mi torna alla mente, prepotentemente, la parte finale del film “I Ponti di Madison County”.
Francesca è nell’auto che la riporterà a casa, alla sua vita di sempre. Ha ormai deciso. Non seguirà Robert, il fotografo giramondo. La lealtà verso i propri cari è più importante di ogni amore, di ogni accecante passione. E poi non potrebbe essere felice sapendo di essere la causa del dolore e dell’infelicità della sua famiglia. La felicità è un sentimento da condividere con tutti, non un premio agguantato a scapito di qualcun altro.
Ma Robert è là fuori… lo intravede sotto lo stesso cielo scrosciante di pioggia che io vedo dalla mia finestra e… tentenna.

Suo marito torna in auto e la riporta alla realtà della semplice banalità quotidiana. Anche Robert entra in macchina e parte. Prima di svoltare e scomparire per sempre si abbassa sul cruscotto, poi si sfila la collana che le ha regalato Francesca e l’appende allo specchietto. Il loro ultimo gesto d’intesa, il loro ultimo gesto d’amore. Francesca afferra la maniglia della portiera per raggiungerlo, ma è troppo tardi.
Esplode in un pianto disperatamente composto e suo marito non comprende. Lascia che il fiume scorra silente com’era stato fino allora.


L’interpretazione di Meryl Streep è magica perché in lei non c'è sconcezza, calcolo. In lei c'è quell'amore che dura tutta la vita e che ogni donna al mondo vorrebbe provare. L'amore che resta puro e intenso fino all'ultimo respiro... ma che forse esiste solo nei libri e sullo schermo.
Buona visione, potere rivederlo qui a fianco.
Buon fine settimana.

venerdì 12 settembre 2008

"Fame" e la musica che ti travolge

Tra i film che adoro, e che ho rivisto almeno un centinaio di volte, c'è FAME di Alan Parker, un capolavoro da tutti i punti di vista. Racconta le speranze, le disillusioni, la fatica di vivere in un mondo che sembra non aver posto per chi è diverso o si sente diverso. Ma il film si chiude con un inno alla gioia, un puro inno alla vita. Nel saggio di fine anno, i ragazzi che non sono belli, non hanno dentature perfette e taglie da modelli, intrecciano le loro voci in una fantasmagoria di suoni tale, da farti esplodere in un pianto liberatorio senza alcun preavviso.
Sarà stato anche per i violini, per i corpi guizzanti lanciati verso il cielo ma la prima volta ne fui sopraffatta.
Yes, I sing the body electric!
Spero che anche voi possiate provare una emozione simile alla mia. Se volete (pazientate un po' per scaricarlo tutto, ma ne vale la pena) guardatelo attentamente ed ascoltatelo a tutto volume.
E' il mio regalo per voi.

giovedì 11 settembre 2008

Un nuovo anno scolastico, un nuovo inizio

La scuola ha riaperto i battenti. Tra i cuccioli di "prima" c'era chi tentava di farsi coraggio ridendo e chi se ne stava in disparte ammutolito. I più emozionati: i genitori che, armati di videocamere e macchine fotografiche, imprimevano nella memoria (digitale e non) le loro ansie, aspettative, gioie e paure di adulti cresciuti solo biologicamente.
Mi sono emozionata nel rivedere le classi nelle quali abbiamo lavorato, quei volti di ragazzi che ritroveremo ogni giorno per un altro anno scolastico. Li ho trovati cresciuti, abbronzati, sorridenti. Nessuno mi è sembrato triste, tranne uno. Lo era anche nell'anno appena trascorso. Vorrei cambiare le cose per lui ma è schivo, si trincera dietro una timida spavalderia (timida solo nei confronti degli insegnanti). Forse desidera solo una carezza, una parola dolce. Cerco di fare quello che posso quando le attività comuni lo permettono. E poi c'è lui, il bimbo affetto dalla sindrome di Down, che mi hanno affidato anche quest'anno. E' stato felice di vedermi e non ha fatto un capriccio, una smorfia per tutta la giornata. Ho rivisto il suo sorriso e il mondo mi è sembrato meraviglioso anche in un giorno orribile come oggi, 11 settembre.
Che il nuovo anno mi faccia diventare una persona migliore: me lo auguro.

lunedì 8 settembre 2008

Perché?

- Perché le zanzare e tutti gli insetti dotati di pungiglione finiscono sempre per banchettare su di me nonostante l'Autan, le palandrane e la citronella?
- Perchè quando c'è qualche raro, rarissimo film interessante alla tv c'è sempre qualcuno che mi chiama al telefono per "fare due chiacchiere"?
- Perché ogni volta che sono invitata a cena o ad una festa mi assale un'emicrania da guinness dei primati?
- Perché ogni qualvolta trovo un lavoro gratificante è sempre saltuario, part-time o sottopagato?
- Perché i poveri sposano i poveri, e le belle si innamorano sempre di ricchi famosi o di famosi ricchi?
- Perché il 99% dei genitori non riprende i propri figli piccoli per i comportamenti maleducati, irrispettosi e volgari, per poi pretendere educazione, rispetto e decenza nei modi e nelle parole da quegli stessi figli in età adolescenziale?
- Perché mia suocera mi chiede sempre dove ho parcheggiato la macchina?
- Ma, soprattutto, perché se si ha un'intelligenza normale, un lavoro normale, una vita normale si è considerati anormali?

venerdì 5 settembre 2008

Una giornata "uggiosa"

Oggi non gira granché bene: la testa, la schiena, l'umore. Non riesco neppure a stare al computer. Nessun libro riesce a conquistarmi e l'unico romanzo, che avrei voluto tanto, non è disponibile alla biblioteca locale. La mia auto necessita di una pulizia all'esterno, ma non mi va di andare al lavaggio self-service. Perché? Voglia di guidare saltami addosso! Se potessi utilizzerei il teletrasporto. Magari più tardi mi armerò di stracci e secchi d'acqua per renderla presentabile. Dentro basterà solo una semplice spolveratina con qualche prodotto per lucidare e profumare. L'ordine regna sovrano al suo interno così come nella mia casa. Non riuscirei a mettere pace nella mia mente se avessi il caos intorno a me.
Ieri, per esempio, ho pulito perfettamente sotto il lavandino della cucina, ho fatto la raccolta dei medicinali scaduti e quella delle pile esaurite (come me). Poco fa, invece, mi sono dedicata alla pulizia dei vetri. E il romanzo? Nulla, non ho la giusta concentrazione e volontà per andare avanti. Altri pensieri mi affollano la mente, spodestando quelli utili per cominciare la stesura dei primi capitoli... sì, perché la scaletta è completa, ho tutti gli elementi della trama con l'intera caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti. Insomma il lavoraccio propedeutico è stato fatto. Ma allora per quale motivo mi sento così demotivata?
Forse perché voglio di più. Il sogno... e non occorrono altre parole, forse solo queste:
"Ma che sapore ha una giornata uggiosa
ma che sapore ha una vita mal spesa..."


lunedì 1 settembre 2008

La vita che volevamo 2

Dopo quattro giorni a Bologna, eccomi qui. A casa. E' piacevole sentirne l'odore. Tutto ritorna come prima e non mi dispiace. Ma ieri non ero dello stesso parere. Si torna al "lavoro usato", all'intimità delle gelide serate invernali, ai film che non vuoi vedere, alle passeggiate costrette nei paltò, alle cioccolate divorate davanti al monitor e ai giochi in casa per lenire la noia della pioggia.
Quando mi sentirò sola avrò un antidoto: penserò al moto perpetuo del Pendolo di Foucault nella Basilica di San Petronio, all'incontro del tutto inatteso con Pupi Avati nell'ascensore della Pinacoteca Nazionale, ai dipinti di Guido Reni, dei cugini Carracci, di Pelagio Palagi nelle Collezioni Comunali, alle imperdibili creazioni di Antonio Basoli, all'immenso sapere custodito nella Sala Borsa. Rievocherò la magia dei clavicembali, delle arpe, dei corni e dei flauti traversi nel Museo della Musica e la contagiosa allegria del Circo della Pace di Bucarest in Piazza Scaravilli. Penserò ai tiri a pallone nei parchi di Bologna, tra un'altalena, uno scivolo e il fresco della sera.

Penserò alla vita che palpita ovunque e si nutre di sé stessa, strappandomi un sorriso.