sabato 16 agosto 2008

Sangue: egoismo e indifferenza

Oggi c'è il sole ma il vento freddo, dovuto ai recenti temporali, rendono questa giornata poco adatta a una sosta sulla spiaggia. Oggi mi metterò sotto questo pergolato e cercherò di lavorare a ritmo serrato.
La storia mi sta conducendo su vie poco battute, ma non per questo poco interessanti.
Spesso mi distraggo. Penso ad un bimbo emofiliaco che ha un bisogno continuo di sangue perché non riesce a trovare un donatore compatibile per il midollo osseo. Io mi sento impotente. Come tutte le donne in buona salute posso donare sangue solo due volte all'anno e, anche se sono donatrice di midollo osseo, io e lui non siamo compatibili.
E allora penso a tutti quelli che, nonostante siano in buona salute, si rifiutano di diventare donatori per timori insensati o per banale (e ancor più colpevole) indifferenza.
Anch'io ne ho avuti, ma poi, diversi anni fa, sono andata in un centro AVIS e ogni paura si è dissolta: erano tutte gentilissime, premurose, attente ad ogni mia richiesta. Quel giorno stesso mi feci prelevare un po' di sangue per tutti i test necessari. Dopo qualche mese feci la mia prima donazione e ora sento d'avere una nuova famiglia.
Ricordo che una dottoressa un giorno mi disse: "Se tutti facessero un giro nei reparti dove si muore di leucemia non avremmo sempre carenza di sangue. Gli occhi sgranati di quei bambini
pallidi e sofferenti bussano alla nostra coscienza... ci fanno vergognare di noi stessi: per le nostre vite senza senso, per il nostro egoismo.".

E dire che basta così poco. Pensateci.
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