giovedì 4 febbraio 2010

Da mettere in soffitta

Ho temporeggiato nel ritirare la cartella clinica del mio angelo. L'ho lasciata là tutto il giorno, indecisa sull'aprirla o meno.
Poi ho aperto la busta e ho ripercorso quei momenti, ho evocato di nuovo quello smarrimento, la confusione e l'impotenza di fronte a un mondo nuovo che mi sembrava un incubo: "Ora mi sveglio, sì ora mi sveglio e quel corpicino tornerà a sorridermi. I dottori si sono sbagliati, lui sta bene... ora mi sveglio."
E invece ero più che sveglia, ma il mio angelo sorrideva comunque, nonostante gli aghi, nonostante la fame e mi diceva: "Non preoccuparti mamma, non essere triste, sta' tranquilla: io fra qualche giorno guarisco".

Non è guarito e chissà quando si troverà una cura per evitargli quei continui controlli e quella maledetta-benedetta insulina, ma lui sorride ancora, gioca, corre, studia e mi abbraccia.
Quel che è passato è passato.
Non è stata una buona idea rivedere la cartella del ricovero.
Ora la richiudo. La seppellirò nelle scatole: "Roba inutile".