mercoledì 23 dicembre 2009

Buone feste... d'amore.


Vi auguro un Natale e un Anno Nuovo pieno d'amore, quello vero, senza fronzoli ed egoismi.
Perché solo quando c'è l'AMORE
si possono scalare le montagne con la gioia e la speranza nel cuore.
Che Dio ci benedica tutti.
Tutti.

sabato 19 dicembre 2009

Il regalo più bello

Il freddo è spaventoso e stamattina ci siamo svegliati con la neve sui campi.
Ovviamente niente scuola, così ho potuto coccolare mio figlio per tutta la mattinata (tra una pulizia e l'altra).
Poi nel pomeriggio ho sperimentato la nuova spazzola arriccia-capelli. Devo ammetterlo: è una vera favola, se escludo il mio primo tentativo in cui mi sono bruciata un dito sulla piastra rovente e mi si è staccata la spazzola con i capelli intorno perché non l'avevo posizionata bene sul manico.
I piccoli regali sono stati fatti, soprattutto quelli eco-solidali. Basta girarsi intorno per capire che c'è tanta gente che ha bisogno di sorridere, mangiare, scaldarsi, di vivere e non sopravvivere.
Poi, dopo Natale, vi dirò che regali ho ricevuto... anche se il mio regalo più bello sarebbe quello della guarigione del mio angelo.
Se potessi strapperei il male dal suo corpo per portarlo dentro di me. Ormai il dolore non mi fa più paura.
Ma lui no, mio figlio no... nessun bimbo dovrebbe piangere, soffrire, avere paura.
Ieri sera mi ha detto:"Mamma, la salute è importante, ma lo sai che cos'è più importante? La famiglia, che noi ci vogliamo bene e che stiamo sempre insieme."

sabato 12 dicembre 2009

Il fuoco della speranza

La vita prosegue tra amici ritrovati, scoperti, consolidati, entusiasmi addormentati, tristezze a corrente alternata, impegni e momenti solo per me (fortemente voluti).
Leggo molto in questo periodo e non mi stanco di farlo, parlo più volentieri e non mi sento spazzatura.
Devo solo lasciare che Dio entri ancora di più nella mia vita, affinché possa scaldarla con il fuoco della speranza.
Un abbraccio a tutti.

venerdì 4 dicembre 2009

Perdersi... in una grande città

L’ultimo commento che mi ha lasciato il caro blogger Riccardo, mi ha fatto pensare a Londra e poi, per associazione di idee a tutte le grandi città del mondo dove la vita pulsa costantemente e irrefrenabilmente, dove la vita si lega e si sfilaccia, si nega e si concede a suon di clacson e cartelloni pubblicitari.
E allora ho pensato a New York, ai parenti che ho lì e che avrei potuto perdere quell’11 settembre; a questa città che conosco solo attraverso film, telefilm, documentari, libri, canzoni, video musicali; e ad un video in particolare e alla sua melodia che mi ipnotizza ogni volta che la sento:
Empire state of mind di Jay Z e Alicia Keys.
Ascoltatela e guardate il video se volete: lo trovate qui al lato.

domenica 15 novembre 2009

Nostalgia canaglia e ... tanto per restare in tema

" Non è un luogo piacevole;
non è gradevole,
né allegra, né facile, né perfetta.
E' solo magnifica."
Henry James

venerdì 13 novembre 2009

Per "Jack" farei follie.

Sono una mamma e soprattutto una donna di poche pretese, ma quando ho visto queste scarpe, questa borsa e questo comò (che puoi trovare su http://frenchessence.blogspot.com/2009/09/london-fashion-week.html ) sono stata colpita da un'estasi mistica: sguardo perso, pupille fisse e insensibilità dell'epidermide a qualsiasi contatto.
Sì, non prendetemi per pazza, ma tutti hanno qualche mania. Io ho quella per la Union Jack, la mitica
bandiera inglese: se potessi tappezzerei la mia casa di qualunque gadget o elettrodomestico in tema. In verità mi trasferirei anche da domani in Inghilterra.
Beh, per ora mi accontento di sbavare davanti a questi tre oggetti del desiderio. Anch'io ho i miei punti deboli :-)


giovedì 12 novembre 2009

Vaccino sì, vaccino no: questo è il problema

Dopo settimane passate ad arrovellarmi su "vaccino antinfluenzale SI'- vaccino antifluenzale NO", dopo aver ascoltato un miliardo di campane e letto, sviscerato tutto il conoscibile e il sottinteso non esplicitato, ho deciso insieme a mio marito che mio figlio facesse solo il vaccino antinfluenzale stagionale 2009-2010, non quello per l'influenza A, di cui non si conoscono ancora bene gli effetti collaterali.
Non so se glielo faremo fare più avanti l'altro vaccino, ma ora sarebbe stato del tutto inutile, visto che metà della scuola di mio figlio è già stata contagiata, e forse lui stesso sta incubando qualcosa.
Comunque, stamattina MISSIONE COMPIUTA.
Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni... per qualche giorno intanto lo terrò lontano dalla scuola.
Nel suo stato deve stare riguardato, si sa... per i bambini diabetici la febbre dà sbalzi glicemici piuttosto rilevanti.

Ora sta riposando... felice d'aver trascorso una mattinata lontano dalla scuola, ma vicino al suo babbo e alla sua mamma.
Dormi angelo mio.

domenica 25 ottobre 2009

Esternazioni political- televisive

Non bastavano le boiate di "Voyager", adesso ci volevano pure le scopiazzature di "Mistero" con Enrico Ruggeri. Non bastavano i teatrini del TG4 e Studio Aperto, ma adesso inizia pure il "Grande Fratello 10" che, udite udite, dalle parole della Marcuzzi sarà un'edizione diversa (come quella dell'anno scorso) dove ci saranno concorrenti che non hanno voglia di fare la televisione a tutti i costi (sì... proprio come l'anno scorso) e che sono tutte persone umili e carine (PROPRIO COME L'ANNO SCORSO... per poco non s'ammazzavano!).
Signore e signori della politica e della televisione, lo volete un consiglio? Andate a zappare la terra... adesso è trendy, lo fa pure Michelle Obama!

domenica 18 ottobre 2009

Se proprio devo morire di freddo ed essere inzuppata dalla pioggia...

... meglio stare nella campagna inglese, no?
Countryside does it better.

mercoledì 14 ottobre 2009

Per una..."amica"

L'avrei dovuto capire in tutti questi anni da tanti segnali, più o meno gravi.
L'avrei dovuto capire dal fatto che non sono stata scelta come sua testimone di nozze, benché lei fosse stata la mia.
L'avrei dovuto capire dai suoi rifiuti ad essere ospite a casa mia, per impossibilità di tempo, sebbene i suoi frequenti viaggi per tornare a vedere la famiglia la portassero solo a pochi chilometri da dove vivo.
L'avrei dovuto capire dal semplice e scarno SMS in cui mi diceva "Brava", dopo averle detto che avevo vinto un concorso letterario importante e che il sogno di una vita si stava finalmente realizzando: la pubblicazione del mio romanzo.
Ma l'ho capito adesso: 1 sola telefonata per sapere cos'era successo a mio figlio più di un mese fa, zero SMS e zero mail.

A lei dedico, dunque, questi due pensieri sull'amicizia che riguardano due momenti importanti e decisivi della mia vita:

Chiunque può simpatizzare col dolore di un amico,
ma solo chi ha un animo nobile
riesce a simpatizzare col successo di un amico.

(Oscar Wilde)

Il vero amico é colui che arriva quando gli altri se ne vanno.

mercoledì 7 ottobre 2009

martedì 29 settembre 2009

Straniero?

Stavo riordinando delle mensole, quando mi sono imbattuta in un foglio di giornale che riportava un breve articolo risalente a diversi anni fa. L'ho trovato oltremodo attuale e ho deciso di riportarlo qui sotto.
Ignoro chi ne sia l'autore, ma lo ringrazio per avermi regalato più di uno spunto di riflessione.
E in un mondo così ottuso e violento non è certamente cosa da poco.


"Il tuo Cristo era un ebreo,
la tua automobile è giapponese,
la tua pizza è napoletana,
il tuo profumo è francese,
il tuo riso è cinese,
la tua democrazia è greca,
il tuo caffè è brasiliano,
il tuo orologio è svizzero,
la tua cravatta è di seta indiana,
la tua radio è coreana,
le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine,
i tuoi numeri sono arabi,
le tue lettere sono latine...
E... tu rinfacci al tuo vicino
di essere straniero?"

lunedì 21 settembre 2009

Quando la malattia bussa alla porta

Rileggendo gli ultimi post e in modo particolare l’ultimo in assoluto, mi sono resa conto che Dio mi stava pian piano preparando a un dolore che, almeno per il momento, avrei ritenuto inimmaginabile.
E poi sono andata a ritroso, fino ad acciuffare i post scritti a dicembre e a gennaio, in cui dicevo che ero in un momento particolarmente felice della mia vita, ma che attendevo i capovolgimenti di fronte perché tutto muta, e non sempre in meglio.
Ebbene, l’ultimo post era dedicato a mio figlio “L’amore più grande”, in cui raccontavo come lui temesse di perderci e come mio marito ed io cercassimo di consolarlo.
Quello che non sapevo è che, a distanza di una sola settimana, noi avremmo rischiato di perdere lui. Per sempre.
Dopo una chiacchierata telefonica al pediatra (che non ha scavato a fondo sui malori di mio figlio) in cui formulavo io delle ipotesi e dopo una visita alla guardia medica che pur non avendo capito cosa fare ci ha almeno suggerito di andare subito al pronto soccorso pediatrico (vale a dire non al generico pronto soccorso, ma direttamente in ospedale al reparto di pediatria), finalmente una dottoressa e un’infermiera di esperienza hanno capito immediatamente, e soltanto ascoltando i sintomi da me elencati, cosa avesse mio figlio.
Lui beveva molto (mi sembrava strano, ma in fondo c’era un’afa incredibile e lui aveva sempre bevuto tanto), si alzava per andare in bagno anche 2 volte durante la notte e 2 volte aveva anche bagnato il letto (e non era mai successo prima), non evacuava più regolarmente (tanto che avevo dovuto fargli un clistere), avvertiva da alcuni giorni dei dolori alla pancia e un senso di malessere che non riusciva a spiegarmi, era stanco (passava dal divano al letto e giocava poco) e soprattutto (nei giorni precedenti il ricovero) aveva cominciato a respirare in modo sempre più affannoso.
Il verdetto è stato chiarissimo: DIABETE.
- In che senso?- ho detto io stranita.
- Signora, suo figlio ha quello che si definisce diabete d’esordio. Significa che dovrà fare l’insulina per tutta la vita. Ora cerchiamo di ristabilire i suoi valori e diluire il livello altissimo di zuccheri che ha nel sangue.
La testa ha cominciato a girarmi e io vedevo il suo corpicino inerme, le sue labbra disidratate, i suoi occhi che cercavano i nostri, sentivo il suo respiro così affannoso da sembrare assordante.
Lui era all’anticamera del coma e nessuno, compresi noi i suoi genitori, tranne quei due angeli vestiti di bianco, avevano capito quanto fosse grave.
Sono esplosa a piangere girandomi per non farmi vedere, mentre mio marito cercava di coprirmi affinché non spaventassi il nostro “amore più grande”.
Così ho ricacciato tutto dentro, perché lui aveva bisogno di me, e mi sono seduta accanto al suo lettino: la sua mano nella mia, il suo viso contro il mio, il mio respiro contro il suo, occhi negli occhi per scambiarci un sorriso.
Solo dopo alcuni giorni i medici ci hanno detto che hanno temuto fortemente per la sua vita nelle prime 24 ore di prognosi e che sono rimasti stupiti dalla resistenza del suo fisico:
- Se suo figlio non avesse avuto un fisico così forte, non so se ce l’avrebbe fatta.
Già...
Ma ora eccoci qua: ancora tutti insieme, ancora più saldi, ancora di più una famiglia.
L’umore si abbassa, poi s’impenna, come la glicemia di mio figlio, ma non importa.
Io e mio marito abbiamo ancora il nostro amore più grande.

lunedì 31 agosto 2009

L'amore più grande

L'altra sera ho messo a letto mio figlio nel modo consueto: abbracci, bacetti, preghiera e ultima chiacchierata di fine giornata. Eppure avvertivo qualcosa di strano, così gli ho chiesto:
-Tutto bene, amore?
Lui mi ha risposto di sì, ma a me non sembrava, così dopo un po' sono tornata in camera sua e l'ho visto triste.
- Amore, che hai? - gli ho chiesto preoccupata.
- Niente... non te lo voglio dire...
- Che c'è, dimmelo, vediamo se posso toglierti questa tristezza.
- Ho pensato a una cosa. - mi ha detto.
- A cosa hai pensato?
- Ma quando io diventerò grande, voi diventerete come i nonni?
- Sì.
- E vi verranno le rughe e i capelli bianchi?
- Sì, ma saremo sempre noi, i tuoi genitori.
- E poi che succede: andate in cielo?
- Sì, con un bel paio d'ali.
E lui è scoppiato in lacrime dicendo:
- Allora non voglio festeggiare più nessun compleanno, così restate giovani come siete adesso e possiamo stare per sempre insieme!
Potete immaginare come mi sia sentita in quel momento e quanto mi sia costato ricacciare le lacrime e far posto a sorrisi e parole tranquillizzanti.
Ho chiamato anche mio marito ed entrambi gli abbiamo spiegato che la vita è in continua evoluzione, che non possiamo bloccare il tempo anche se non festeggiamo i compleanni, che i capelli bianchi e le rughe fanno parte del normale processo dell’esistenza e che la vita, se ci dovesse tenere lontani qui, non potrebbe tenerci lontani in cielo.
– E’ necessario che tu cresca, perché da te verranno altri bambini, i nostri nipoti, che noi ameremo proprio come nonno e nonna adesso amano te.
Ci siamo scambiati altri abbracci e un po’ consolato si è riaddormentato, non prima di aver detto:
- Noi siamo una famiglia.

Sono rimasta senza parole.

I bambini sono davvero il nostro futuro, ho pensato. E mentre mi mettevo a letto mi è tornata in mente questa canzone di Whitney Houston... The greatest love of all / L'amore più grande.

In basso trovate il testo e qui di fianco potete riascoltarla.

E' tutta per te, cucciolo mio, tu così saggio, così profondo... come l'infinito blu della notte trapunto di stelle.


The greatest love of all

I believe the children are our future
Teach them well and let them lead the way
Show them all the beauty they possess inside
Give them a sense of pride to make it easier
Let the children's laughter
remind us how we used to be.

Everybody's searching for a hero
People need someone to look up to
I never found anyone who fulfilled my needs
A lonely place to be and so I learned to depend on me.

I decided long ago
Never to walk in anyone's shadows
If I fail, If I succeed
At least I lived as I believed
No matter what they take from me.
They can't take away my dignity.

Rit.
Because the greatest
love of all
is happening to me.
I've found the greatest
love of all inside of me.
The greatest love of all
is easy to achieve
Learning to love yourself,
it is the greatest love of all.

I believe the children are our future
Teach them well and let them lead the way
Show them all the beauty they possess inside
Give them a sense of pride to make it easier
Let the children's laughter remind us how we used to be.

I decided long ago
Never to walk in anyone's shadows
If I fail, If I succeed
At least I lived as I believed
No matter what they take from me
They can't take away my dignity.

Rit. Because the greatest...

And if by chance that special place
That you've been dreaming of
Leads you to a lonely place
Find your strength in love.

martedì 25 agosto 2009

Dramma e commedia

In queste due settimane ho avuto modo di riflettere sulla gratuità e fatuità della vita, la sua gioia imperiosa e la sua caducità.
E mi sono sentita come una di quelle attrici di serie B, alle quali tocca accettare le parti più ingrate per continuare a fare ciò che ama.
Ma, a pensarci bene, non siamo tutti degli attori? A volte consapevoli, a volte meno, del nostro dramma o della nostra commedia… per alcuni più dramma, per altri decisamente più commedia e farsa; a volte protagonisti e a volte comparse di drammi collettivi, sempre più simili a tragedie greche.
Tutto può cambiare, e tutto cambia. Nulla è immutabile. E noi continuiamo a recitare la parte dei giovani, dei belli, dei ricchi e dei potenti, ma siamo tutti dei falliti se non comprendiamo una volta per tutte che siamo nulla senza gli affetti, la famiglia (o qualcosa che più le si avvicina), che siamo niente se non coltiviamo una rete di relazioni che faccia maturare la parte migliore di noi, che non siamo niente se viviamo di… niente.
Mia sorella sembra stare meglio, ma ancora non si sa bene cos’abbia avuto e cos’abbia ancora, seppure in modo attenuato.
Voglio ancora una volta aggrapparmi alla vita e a quanto di meraviglioso trovo in essa.
E non voglio più stare a guardare.

Il tempo delle comparsate è finito.

mercoledì 12 agosto 2009

C'è un perché?

Com'è dura la salita, quando si combatte con il proprio corpo.
Mia sorella non sta bene, Elisa non sta bene e io mi domando se ci sia un perché.
Ma mi è oscuro.
E intanto... spero nella VITA e nel nostro Creatore.

sabato 1 agosto 2009

Una canzone può cambiarti la vita... o almeno addolcirla.


E' tutta la mattina che mi ronza intorno questa canzone "Que reste-t-il de nos amours?" di Charles Trenet. In particolare il refrain centrale che mi riporta a due anni fa, quando la mia vita è cambiata. Ho assunto una nuova consapevolezza... di me stessa, delle mie capacità, di come voglio vivere le mie giornate presenti e future.

No, niente a che vedere con un amore naufragato, ma con Something's gotta give, il film di Nancy Meyers, di cui questa canzone fa parte.
La sto canticchiando anche in questo momento. Se volete ascoltarla, è proprio qui a fianco.

La nuova Erica

domenica 26 luglio 2009

Bastava così poco

Un paio di giorni fa ho ricevuto una telefonata. Non era una voce sconosciuta: era mia zia.
Di solito sono io a chiamarla per sapere come sta, ma non sempre, di tanto in tanto. Mi ha stupito sentirla e le ho chiesto se fosse successo qualcosa.
Sì, si era sentita male e aveva creduto di morire. E quella telefonata era per dirmi che le avrebbe fatto piacere vedermi ancora, insieme a mio marito e mio figlio, prima che fosse troppo tardi.
Gli impedimenti erano tanti, ma le ho detto che nel giro di uno-due giorni avrei trovato una soluzione (perché nel frattempo si era ripresa).

Arrivata al suo portone, mi sono trovata davanti un’arzilla donnina ultranovantenne che si stava preparando le polpette di pane come “secondo” (come “primo” aveva preparato il minestrone).
Sorrideva, rideva, scherzava e sembrava aver ritrovato la vigoria dei vecchi tempi. La zia che ho sempre conosciuto.
Poi ci ha detto: -Restate qui stanotte?
E noi: - No, gli impegni non ce lo permettono. Partiremo questa sera.
E lei: - Allora portatevi a casa anche queste birre, le ho comprate a Natale perché ne avevo tanto desiderio, ma poi non le ho più bevute.
- Perché?

- Beh… ho pensato che ero sola e che, bevendo un goccio, il resto sarebbe andato sprecato.
- Ma tu ce l’hi ancora quel desiderio di birra, non è vero? – le ho chiesto.
- Sì… più di prima. – mi ha risposto con gli occhi che le brillavano e la voce tremante.
Io e mio marito ci siamo guardati e io le ho detto: -Allora è arrivato il momento di togliercelo una volta per tutte.
Ed è così che, alle 3 del pomeriggio, due adulti emozionati e una vecchietta trepidante, hanno gustato una Peroni sentendosi in cima all’Everest.

mercoledì 15 luglio 2009

sabato 11 luglio 2009

A dream


This is the place that comes into my mind every day...

venerdì 10 luglio 2009

Addio Michael Joseph Jackson

Non so perché più passano i giorni e più mi sento spaesata, destabilizzata quasi, dalla scomparsa di Michael Jackson.
Sapevo che sarebbe accaduto prima o poi, più prima che poi, in verità, però è stato scioccante lo stesso.

Ho visto il Memorial in diretta ed è stato orribile vedere la sua bara in oro campeggiare lì davanti.

Ognuno, adesso, racconta una parte della sua verità, tutti lo difendono adesso, dicendo che era stato mal consigliato dai suoi avvocati nel pagare quel ragazzo che diceva di aver subìto molestie, perché ciò avrebbe fatto entrare in tutti, come un tarlo, il malefico dubbio: "Perché ha pagato se era innocente?".

Ora dicono che ha pagato perché i medici lo avevano informato che il suo fisico già debilitato non avrebbe retto allo stress di un processo lungo e doloroso.
Ora dicono che tutti i dettagli scabrosi raccontati dai tabloid erano falsità, parole al vento senza uno straccio di prova.

Bene, di sicuro lui sa la verità, quel ragazzo e il buon Dio.

Io credo solo che fosse un uomo-bambino geniale, viziato, estremamente fragile e tenero.
Un uomo che odiava talmente se stesso da negarsi perfino nella sua unicità fisica.

Michael, per me resterai sempre il genio di Thriller. Voglio ricordarti così: ballerino e cantante rivoluzionario, capace di stravolgere l'identità sociale, culturale e musicale dell'intero pianeta.
Capace di far sognare una ragazzina che si affacciava alla vita e pensava di poter cambiare il mondo.

Riposa in pace.

domenica 5 luglio 2009

In cerca di solitudine

Solitudine

Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
(Emily Dickinson)

sabato 4 luglio 2009

L'essenza del viaggio


Open your mind and drive away...

lunedì 29 giugno 2009

L'ultima cena

Dunque, tutto è cominciato con una telefonata dell'amica F. che ha esordito con un "Ehilà mummia! Quando ti decidi a uscire dal sarcofago? Ho organizzato una cenetta per sabato sera in un ristorantino niente male. Siamo io, V. , L. , M. e tu, ovviamente. Non voglio sentire scuse. Affida il pargolo al consorte, levati le bende (n.d.r. in riferimento alla mummia) e vieni a nutrirti di chiacchiere in tutta tranquillità .- , - Va bene. - le ho risposto. - Lascerò la piramide per una sera, se ci tieni tanto! -, - Brava! Vedrai, sarà una serata fantastica! -.

Così, sabato sera, ci incontriamo nel ristorantino stabilito (davvero niente male).
Il profumo di pane fresco e il sorriso del cameriere all'ingresso fanno presagire che andrà tutto per il meglio.
Le mie amiche sono in tiro e molto su di giri.
I complimenti si sprecano: - Ma stai benissimo! -, - Ma scherzi? Sei tu che dimostri al massimo 30 anni! -, - Questo taglio di capelli è fantastico! -, - Anche tu hai cambiato colore, mi pare! Ti sta che una meraviglia!- ... e così via.

Ci portano gli antipasti e io mi sento davvero bene. Il mio umore è alle stelle, mi sento rilassata e il mio stomaco è gratificato dalle bruschette appena sfornate.
Poi, ho la brillante idea di porgere un'innocua domanda a V: - Quando vai in ferie?-.
Mai nella storia, furono pronunciate parole più sventurate delle mie!

- Ferie, ferie dici? Sono già in ferie e lo sarò per un bel po'. Sono stata licenziata. -.
Per poco non mi va la bruschetta di traverso.
- Com'è possibile? - le urliamo tutte all'unisono.
In effetti, se è stata licenziata lei (pluri-laureata, con esperienza ventennale nel settore) che fine dovremmo fare noi?
L'analisi del licenziamento prosegue, toccando tasti sempre più dolenti: il suo conto molto prosciugato, la decappottabile difficile da mantenere, il senso di impotenza nel fronteggiare qualcosa mai provato prima, di frustrazione verso un uomo (il suo capo) che le aveva fatto credere che tutto andasse per il verso giusto.

Insomma, le prime lacrime cominciano a bagnare bruschette e anche affettati.

- Non me ne parlare! - interviene all'improvviso F. - Il tuo capo è stato uno st....o, ma mai quanto il mio ex! Lo sapete cosa ha fatto? -
E noi, ancora all'unisono:- Ex, come ex? Che cosa ha fatto? -
- L'ho trovato in macchina con una ventenne e, quando per poco non spaccavo il vetro della macchina, mi ha risposto "Non è come pensi, è solo un'amica". -
Restiamo tutte basite: il suo compagno, ormai ex compagno, era ancora uno dei pochi uomini che ritenevamo sinceri.

Altre lacrime vanno a mescolarsi alle tagliatelle al tartufo.

- Non perché voglia consolarvi, ma io credo che il picco di st....aggine appartiene al mio ex marito. - dice L. - Sono cinque mesi che non manda più l'assegno per i figli. Mi aveva detto che non stava bene, che era in un momento di crisi lavorativa. Io gli ho creduto e gli ho detto pure "Tranquillo, se non ce la fai, stringeremo tutti i denti" e una settimana fa lo vedo con una macchina nuova e il parrucchino sulla testa! Alla faccia della crisi, a questo gli servivano i soldi!

E via... ancora lacrime sull'arrosto misto con patate.

- Ragazze, almeno voi non dovete più avere a che fare con le suocere! Un giorno o l'altro gli spedisco il figlio adorato con tanto di addebito per fine matrimonio. L'altro giorno mi ha infamata dicendo che sto fuori tutto il giorno a fare shopping, perché mi ha visto rincasare con due buste grandi. Solo che dentro c'erano i panni che avevo raccolto per la CARITAS. Ma si può essre più maligne?-

Le lacrime di rabbia sprofondano nella macedonia con panna e io ammutolisco.

A un certo punto mi dicono tutte: - E tu non ci dici niente? Come ti va. -
- Io?... Beh... ho firmato il contratto per la pubblicazione del romanzo... e ho avuto anche una proposta lavorativa oltre Manica... beh, più che altro una proposta di collaborazione molto interessante... e sul fronte famiglia tutto bene... io e mio marito ci amiamo... moltissimo. -
Ho gli occhi torvi di tutte fissi su di me, al limite della congiura.
Sono tanto malignamente eloquenti che, spiazzata dall'imbarazzo, stiracchio un sorriso e, ahimè, chiedo: - Allora, a quando la prossima cena?-

Le vedo alzarsi tutte stizzite con sigarette e accendini, pronte a catapultarsi fuori.

Ma perché non ho chiesto il conto prima degli antipasti?



martedì 16 giugno 2009

Vacanze low cost?

La scuola si è conclusa.
Non so se andrò in vacanza, ma sto cercando su internet qualche meta che possa fare al caso mio: sono indecisa tra la Cornovaglia, dintorni di Londra e la Scozia.
I prezzi, ve lo dico subito, sono proibitivi. Da colpo apoplettico, tanto per intenderci.

Sono andata su un sito per prenotare voli economici per 3 persone (destinazione Edimburgo).
Dopo un po' la schermata mi dà il volo più economico: 461 euro e rotti, esclusa la solita imposta truffaldina.
Io, tutta galvanizzata, esclamo:
- Beh... è un po' caro ma, tutto sommato, per 3 persone si può fare. Poi vedo la freccetta: "Vedi dettagli". Ci clicco sopra e leggo: "461,00 euro a persona".

EHHHHHHHHHHHHH????????????????????
Ci è mancato poco che facessi causa al sito per circonvenzione di incapace (io, nella fattispecie) omissione e falsa testimonianza.

Ma come, sito malefico, prima mi illudi e poi mi stendi?
Vedremo... io continuo la mia ricerca e chissà che qualcosa non giri per il verso giusto.
Voi, cosa mi consigliate?

martedì 2 giugno 2009

La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo

I miei vestiti erano proprio nel garage dei miei suoceri (l'avevo detto io) e, dopo aver fatto la sauna con i vestiti invernali nei giorni in cui c'erano 40° all'ombra, ho fatto prendere il volo a maglie e giacconi esattamente il giorno prima dello stravolgimento atmosferico culminato in pioggia battente, vento sferzante e caduta vertiginosa delle temperature a livelli autunnali... che soddisfazione battere i denti con le mie t-shirt estive ritrovate!

Evviva Fantozzi.

sabato 23 maggio 2009

L'ultima ruota del carro

Mi stanno girando vorticosamente quelle sfere che ogni donna possiede virtualmente. Ma girano, eccome se girano!
E tutto per colpa degli armadi, sì, armadi!

Ci sono milioni di mariti che si lamentano perché la propria moglie o compagna lascia straripare ogni buco disponibile in casa con intimo, vestiti, cinture, scarpe, collane, orecchini e chi più ne ha più ne metta e io, pensate che faccia eccezione? ...SI', IO FACCIO ECCEZIONE.

Perché per me ho solo 2 mensole di un'anta d'armadio e metà di un'altra per cappotti e giubbotti (che includono l'armamentario estivo e anche invernale!)
Per le scarpe, poi, due misere mensoline del portascarpe.
Il resto è occupato dagli abiti di mio marito, le cinture di mio marito, le scarpe (tante) di mio marito, la roba sportiva di mio marito.
Non contiamo mio figlio, che occupa una metà dell'armadio della sua cameretta, mentre l'altra... indovinate di chi è?... di mio marito!

Ma non è neppure questo il punto dolente.
Oggi, finalmente, mi stavo apprestando a fare l'ultimo cambio d'armadio (il mio, ovviamente) e pensate un po', ho cercato dentro agli armadi, sopra gli armadi, ma della mia roba: NULLA, il vuoto assoluto.

In compenso c'erano tutti i vestiti di mio figlio (dalla sua nascita ad oggi) e tutti gli abiti e le scarpe di mio marito che NON METTE PIU'!
Capite... che non mette più... ma non c'era la mia roba che ho messo fino all'estate scorsa.

Siccome io sistemo e lui impacchetta e porta via nel garage di suo padre (perché casa nostra è un buco) ritengo che abbia portato (LUI DICE DI NO) tutti i miei vestiti da loro.
La mia roba era, dunque, meno importante degli abiti smessi? E soprattutto, se lui sostiene di non aver mai portato i mei vestiti a casa dei suoi genitori, cosa ne è stato dei miei indumenti: hanno preso il volo come Peter Pan e ora sono sull'isola che non c'è?

Insomma, morale della favola: altro che ultima ruota del carro, oggi mi sento quella terra calpestata dalla ruota. E' come se non contassi nulla.
Ma sono arci-stufa di mettermi sempre da parte per favorire puntualmente i bisogni altrui, tanto io "posso farne a meno", tanto "nella vita ci sono cose peggiori", tanto "non sono le cose materiali che rendono felice un essere umano". E' tutto vero, verissimo, ma oggi lasciatemi perdere: le mie sfere virtuali sono francamente esplose.

giovedì 21 maggio 2009

Parodie musicali per farci tornare il sorriso

Mio marito è un appassionato di Bruce Springsteen e, anche a me non lascia indifferente.
Conosco a memoria il suo modo di cantare, il suo dimenarsi sul palco, ma soprattutto il suo "One two, three, four!" per attaccare le canzoni dal ritmo travolgente.
E so, e anche molti americani sanno, che si capisce solo la metà di ciò che dice il caro vecchio Bruce: ogni frase sembra ridursi ad un "Rorrrrrrrrrr re ra rrrurrrrr..." senza senso.

Perciò sono collassata nel vedere questa parodia fatta dal brillantissimo Ben Stiller.
La trovate qui a fianco. Dura solo pochi secondi.
Buona giornata

venerdì 15 maggio 2009

Quando la musica dona la speranza e la felicità

Oggi le nuvole promettono pioggia e desidero restare dietro la finestra a guardarla cadere.
Ho messo in sottofondo la musica di Burt Bacharach, che amo da quando ero alta come una spiga di grano.
E' strano l'effetto che aveva su di me la sua musica... ogni volta che sentivo una melodia composta da lui, diventavo improvvisamente più felice. Il mondo brutto, fatto di urla e pochi soldi, si dissolveva.
L'avrei saputo solo molti anni dopo che tutte quelle canzoni che mi riempivano il cuore di speranza erano nate dal genio di un uomo chiamato Burt Bacharach.
Ascoltatelo in silenzio e a occhi chiusi.
Questa è Alfie: la mia preferita.
Buon fine settimana.

venerdì 8 maggio 2009

Elogio della lentezza


In attesa di riappropriarci del nostro tempo...

venerdì 1 maggio 2009

Festa dei LAVORATORI... perché almeno loro possono mangiare.

Ho visto i TG di oggi, i discorsi "magniloquenti", triti, fasulli, affettati e menzogneri dei politici di turno a caccia di voti.
Semplicemente nauseanti: "Mai più morti nei cantieri, mai più case costruite senza regole... bla bla bla...".
Ma si sono accorti della testimonianza di un muratore, fatta vedere a "Striscia la notizia",
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/puntata/2009/04/09/puntata_170.shtml , in cui si denunciava (già dal febbraio 2008) la modalità criminosa e diffusa ovunque di utilizzare materiali scadenti per l'edilizia pubblica e privata?

Dove erano i politici quando tali verità venivano a galla?

E dov'è la gente quando Marco Travaglio denuncia la corruzione o l'incompetenza di ogni schieramento politico, con tanto di prove alla mano? Dei giri, valzer e tarantelle di "onorevoli" che, saltellando da una coalizione all'altra, si riciclano pur avendo sulle spalle lunghe storie di corruzioni e omissioni?

Dove siete tutti, mi chiedo?

Ma siccome oggi c'è il sole... finalmente... e non voglio angosciarmi/angosciarvi più del dovuto, vi invito a vedere uno stralcio dell'immenso Totò... che aveva capito tutto da subito.

lunedì 27 aprile 2009

Incubo: paure inconsce o futura realtà?

La pioggia continua a scendere incessantemente, mista alle foglie strappate dal vento.
Il freddo si insinua sotto i vestiti, mai troppo pesanti per me, infreddolita cronica.
Vorrei restarmene a casa questa sera, ma devo andare al corso per diventare volontari. Ormai restano solo tre lezioni e non posso mancare, nonostante la salute claudicante... perché ultimamente non sono al top.
Forse il mio corpo mi sta lanciando dei segnali che io faccio fatica ad interpretare, sì, perché avverto dei cambiamenti sia in negativo che in positivo.
In realtà vorrei nascondermi nel ventre del mio letto per non pensare.

Forse è un sogno che ho fatto alcuni giorni fa ad avere sconquassato il mio equilibrio faticosamente raggiunto. Ve lo racconto.
Sto vagando sotto la pioggia scrosciante, nel buio di una città con scale ripide e strade senza uscita. Sono completamente calva, trascino il mio corpo smunto e quasi gommoso per via dei bubboni che mi deformano i tratti. Il pallore del mio corpo è irreale, alieno.
Un uomo mi vede sotto la pioggia e mi offre le sue braccia per scendere da uno scalino, diventato improvvisamente alto alcuni metri.
A lui non faccio ribrezzo, ma sento che ormai non ha più molta importanza, perché so, con estrema lucidità, che mi restano... solo due giorni di vita.

Credetemi, a distanza di alcuni giorni continuo ancora ad avere i brividi nel rievocarlo.

Cosa avrà voluto dire: che ho paura di non realizzare i miei obiettivi, che ho paura di essere abbandonata, che ho paura della morte?
Non lo so, ma mi auguro davvero che un tale incubo non diventi realtà.

domenica 19 aprile 2009

Il calcio mi perseguita ma...

Io, che avevo un padre allergico a 90° minuto, io che da ragazzina non sapevo neanche cosa fossero i Mondiali di Calcio, io che crescendo ho smesso di ignorare per cominciare a detestare palloni e reti, io che col passare degli anni avrei dato l'ergastolo a chiunque -giocatori, dirigenti, pubblicitari e soprattutto tifosi- avesse a che fare con una stupida palla non più solo la domenica, ma 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana per 365 giorni all'anno, io, PROPRIO IO, ho sposato un calciatore, ho un suocero ex-calciatore e allenatore, un cognato super-calciatore, zii acquisiti ex-calciatori e cugini acquisiti calciatori. E mio figlio, secondo voi, che tipo di sport pensate abbia scelto? Ovvio, no? Oggi, udite udite, ha giocato la prima partita della sua vita!

E io?...Mi sono divertita come una pazza!!!
Ho tifato, riso, incitato e ho fatto l'applauso a tutti, soprattutto agli avversari quando erano sotto di qualche goal, perché mi dispiaceva.
Insomma, tra gli spalti ridevamo tutti come se fossimo a una gran festa!


E allora ho pensato che i calciatori e i tifosi dovrebbero ritornare di nuovo bambini per riscoprire il gusto del gioco e della vita. Proprio come me, oggi, attraverso gli occhi e l'esultanza gioiosa di un covata di "pulcini".

sabato 11 aprile 2009

La vita vince la morte


La vita tornerà a scorrere e, come un fiume, si porterà via i detriti, limerà le pietre e ci porterà lontano dal dolore devastante.

Resteranno i ricordi, i sorrisi dei bambini, dei giovani e meno giovani, che ritroveremo nell'altra vita.
Perché loro risorgeranno proprio come il Cristo, e già da lassù guardano l'abisso del nostro mondo senza regole.

Dunque, buona Pasqua, Pasqua di ritorno alla vita, che vince la morte e... il dolore.

martedì 7 aprile 2009

Terremoto: case e vite spezzate

L'abbiamo sentito, eccome se l'abbiamo sentito! Scosse lunghissime e ondeggianti.
Non sulle nostre teste, per fortuna.
Siamo lontani abbastanza per avvertirne l'angoscia, ma non il terrore cieco.
Guardo le immagini alla Tv e non mi sembra vero.
Non riesco a pensare al dolore dei superstiti nel vedere figli, genitori, nonni, zii, nipoti, amici sepolti sotto le macerie.
E poi il mio pensiero va ai soccorritori che, proprio un'ora e mezza fa, hanno rischiato ancora una volta la loro vita, sorpresi da una scossa violentissima in una casa lesionata.
Che Dio doni a questa gente la forza e il coraggio per riacciuffare la vita.

Se volete fare delle donazioni via SMS, cliccate su questo link e troverete tutte le informazioni necessarie:
Se volete inviare del denaro mediante bonifico bancario, cliccate su questo link, Mediafriends per l'Abruzzo, e troverete l'IBAN:
Anche la Caritas e altre associazioni conosciute (occhio alle truffe!) stanno raccogliendo fondi.

Facciamo qualcosa... insieme possiamo.

domenica 29 marzo 2009

Il romanzo prosegue...

Ebbene sì... il nuovo romanzo prosegue, dopo una pausa durata alcuni mesi.
Ovviamente ho riletto i primi 5 capitoli scritti e, miracolo dei miracoli, li ho trovati "perfetti", se si escludono tre vocaboli non pertinenti e prontamente cambiati.

Possibile?... mi sono detta.
Ma allora devo continuare, devo assolutamente ritrovare del tempo mettendo in stand by il lavoro sull'inglese (almeno in parte)!

E già, di certo non posso proprio trascurare gli altri impegni.
Avete mai visto una donna mettersi in aspettativa dal suo ruolo di mamma?
"Giammai!", come diceva uno dei ladruncoli in "Mamma, ho perso l'aereo".

Comunque, tornando al romanzo, credo che se mi ci metto d'impegno potrei realizzare un romanzo seriale, dove i protagonisti crescono, si evolvono e danno vita a nuove e interessanti vicende.
E, siccome (anche se alla lunga) alcuni miei sogni si sono avverati, non vedo perché quest'ultimo dovrebbe per forza restare una fantasia.

Sbaglio?
E chi lo sa? Nel dubbio... 6° capitolo, sto arrivando!

sabato 28 marzo 2009

Vecchia Romagna e intense emozioni

No, non sto cercando di vendervi una bottiglia di buon brandy e neppure mi sono convertita all'alcolismo... ma lo spot è molto suggestivo e io non posso far altro che sdilinquire ogni qualvolta lo vedo passare in TV.

Ci sono gli sbandieratori in secondo piano e una donna scende dall'auto, guardando in direzione di un giovane uomo dal fascino irresistibile.
Il loro sguardo d'intesa fa supporre che si conoscano da tempo, che tra loro ci sia stata una storia, poi finita... ma non del tutto.
Eccoli di nuovo lì, l'una di fronte all'altro, in modo del tutto inatteso... e si ritrovano a ballare un tango mentre i fogli nella mano della donna scivolano incuranti sul pavimento.

Il paesaggio mi ricorda la Toscana, in un assolato mattino di luglio, prospero di speranze e di propositi gioiosi soffocati durante l'inverno, che con il suo gelo irrigidisce anche l'anima e l'intelletto.
Quelle mani che si stringono e lo sguardo di lui che si posa sul volto della donna che le sta di fronte sono privi di ogni malizia.
In lui vedo la schiettezza, la passione, l'amore. In lei la titubanza, il turbamento.

Voi, invece, che "intense emozioni" provate nel vedere lo spot?

Vi auguro un fine settimana sereno sulle note del "Libertango".
E se lo desiderate, lo spot è qui a fianco... se non ne avete ancora abbastanza.

domenica 22 marzo 2009

Vita quotidiana

Ieri ho sfidato i minacciosi strali della neve per andare a lavoro, io che con la neve ho sempre messo le scarpe e il volante al chiodo!
Ma come potevo fare?
Mio marito con le stampelle era impossibilitato ad accompagnarmi e poi... mi sono detta: Coraggio, è uno strato piccolo e la strada si sta ripulendo e poi, al tuo ritorno a casa, la neve potrebbe sciogliersi!
E così è stato.
La macchinetta, al ritorno si è inerpicata su per la salita senza problemi e io ho ringraziato Dio d'aver vinto le mie titubanze.
Oggi il sole è splendido e si va a pranzo dai miei suoceri, che adoro.
Staremo tutti insieme: figli, cognati, nipoti. Sarà un bel momento per chiacchierare, ridere, scherzare, visto che ci vediamo sempre così poco.
Ora vi lascio: devo preparare dei dolcetti, che mi ha insegnato la cara blogger Valentina, per portarli a pranzo da loro.
Un bacio a tutti, e che il sole sciolga il ghiaccio, se ne avete, dei vostri cuori.

sabato 14 marzo 2009

Un incontro sorprendente

L'altra sera ho fatto un incontro meraviglioso.
Chi ho conosciuto?
Una suora. Sì, proprio una suora, che mi ha ammaliata con la sua sicurezza, pacatezza, allegria, umanità e profondità.
I suoi occhi, chiari come certi mattini di primavera, e il suo viso senza rughe, nonostante i capelli bianchi che si intravedevano sotto il velo, mi hanno condotta in un'altra dimensione, un mondo parallelo, dove non c'è posto per la tristezza, l'egoismo o l'indifferenza, ma un mondo dove alberga solo la speranza e la gioia.
L'ho ascoltata per un'ora e mi sembrava fossero trascorsi solo 5 minuti!
Ci siamo scambiate il numero di cellulare e l'indirizzo e-mail.
Come potevo lasciare andare via un essere così prezioso?

Lei si occupa di offrire assistenza psicologica, spirituale e materiale per le famiglie in difficoltà, i ragazzi che soffrono di dipendenze, gli ammalati e le persone sole e anziane.
Organizza anche incontri spirituali, che non sono ciò che molti possono immaginare... riunioni di vecchi bigotti che recitando formule trite escono di là esattamente come sono entrati, ma degli incontri di giovani e meno giovani che ascoltano, si confrontano, cercano di dare una risposta ai loro dubbi, alla loro sete di conoscenza, al loro desiderio di... PACE.

Quante volte sento dire che ci si sente affranti, non appagati, depressi, annoiati. Eppure basterebbe così poco.
Basterebbe mettersi in ascolto.

Da un po' di settimane sto frequentando un corso per diventare volontaria nelle strutture ospedaliere, nelle case di riposo o a domicilio.
Quello che sto imparando mi arricchisce ogni giorno di più, ma alla fine del corso... mi sono chiesta... sarò in grado di dare o fare qualcosa di veramente utile per gli altri?
Ho posto questa stessa domanda a suor L. e lei mi ha risposto: "Hai le mani? Hai un cuore?"
"Sì."
"Allora hai tutto. Vai."

E io mi sono messa in viaggio.

sabato 7 marzo 2009

A tutte noi e a tutti gli uomini che non riescono a volare


UN DIFETTO NELLA DONNA: Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno di lavoro facendo pure gli straordinari. Apparve un angelo e gli chiese: "Come mai ci metti tanto con questa creatura?”.
E il Signore rispose: “Hai visto il mio Progetto per lei? Deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti muovibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e lo farà tutto con sole due mani.”
L’angelo si meravigliò dei requisiti: “Solamente due mani… impossibile! E questo è solamente il modello base? E’ troppo lavoro per un giorno… aspetta fino a domani per terminarla.”
“No lo farò!” protestò il signore. “Sono tanto vicino a terminare questa creazione che ci sto mettendo tutto il mio cuore. Ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno.”
L’angelo si avvicinò di più e toccò la donna: “Però l’hai fatta così delicata, Signore.”
“E’ delicata, ribatté Dio, però l’ho fatta anche robusta. Non hai idea di quello che è capace di sopportare od ottenere”.
“Sarà capace di pensare?” chiese l’angelo.
Dio rispose: “Non solo sarà capace di pensare ma pure di ragionare e di trattare”.
L’angelo allora notò qualcosa e, allungando la mano, toccò la guancia della donna: “Signore, pare che questo modello abbia una perdita…”
“Ti avevo detto che stavo cercando di mettere in lei moltissime cose… non c’è nessuna perdita… è una lacrima” lo corresse il Signore.
"A che cosa serve una lacrima?” chiese l’angelo.
E Dio disse: “Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza e il suo orgoglio.”
Ciò impressionò molto l’angelo: “Sei un genio, Signore, hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa.”
"Lo è! Le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini. Affrontano difficoltà, reggono gravi pesi, però hanno felicità, amore e gioia. Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Lottano per ciò in cui credono. Si ribellano all’ingiustizia. Non accettano un “no” per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore. Si privano per mantenere in piedi la famiglia. Vanno dal medico con un’amica timorosa. Amano incondizionatamente. Piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici. Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio. Il loro cuore si spezza quando muore un’amica. Soffrono per la perdita di una persona cara. Senza dubbio sono forti quando pensano di non avere più energie. Sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato. Non ci sono dubbi però… nella donna c’è un difetto: ed è che si dimentica quanto vale.

martedì 3 marzo 2009

Evviva!

L'operazione è andata bene! Deo gratias!
Vedere mio marito tranquillo a letto con la flebo al braccio mi ha rincuorata (e nello stesso tempo mi ha stretto il cuore).
Era pallido, ma sorridente.
Abbiamo scherzato come al solito e io desideravo tanto stendermi accanto a lui per abbracciarlo.
Lo farò domani, quando tornerà a casa e troverà il suo piatto preferito.