martedì 25 agosto 2009

Dramma e commedia

In queste due settimane ho avuto modo di riflettere sulla gratuità e fatuità della vita, la sua gioia imperiosa e la sua caducità.
E mi sono sentita come una di quelle attrici di serie B, alle quali tocca accettare le parti più ingrate per continuare a fare ciò che ama.
Ma, a pensarci bene, non siamo tutti degli attori? A volte consapevoli, a volte meno, del nostro dramma o della nostra commedia… per alcuni più dramma, per altri decisamente più commedia e farsa; a volte protagonisti e a volte comparse di drammi collettivi, sempre più simili a tragedie greche.
Tutto può cambiare, e tutto cambia. Nulla è immutabile. E noi continuiamo a recitare la parte dei giovani, dei belli, dei ricchi e dei potenti, ma siamo tutti dei falliti se non comprendiamo una volta per tutte che siamo nulla senza gli affetti, la famiglia (o qualcosa che più le si avvicina), che siamo niente se non coltiviamo una rete di relazioni che faccia maturare la parte migliore di noi, che non siamo niente se viviamo di… niente.
Mia sorella sembra stare meglio, ma ancora non si sa bene cos’abbia avuto e cos’abbia ancora, seppure in modo attenuato.
Voglio ancora una volta aggrapparmi alla vita e a quanto di meraviglioso trovo in essa.
E non voglio più stare a guardare.

Il tempo delle comparsate è finito.