martedì 25 agosto 2009

Dramma e commedia

In queste due settimane ho avuto modo di riflettere sulla gratuità e fatuità della vita, la sua gioia imperiosa e la sua caducità.
E mi sono sentita come una di quelle attrici di serie B, alle quali tocca accettare le parti più ingrate per continuare a fare ciò che ama.
Ma, a pensarci bene, non siamo tutti degli attori? A volte consapevoli, a volte meno, del nostro dramma o della nostra commedia… per alcuni più dramma, per altri decisamente più commedia e farsa; a volte protagonisti e a volte comparse di drammi collettivi, sempre più simili a tragedie greche.
Tutto può cambiare, e tutto cambia. Nulla è immutabile. E noi continuiamo a recitare la parte dei giovani, dei belli, dei ricchi e dei potenti, ma siamo tutti dei falliti se non comprendiamo una volta per tutte che siamo nulla senza gli affetti, la famiglia (o qualcosa che più le si avvicina), che siamo niente se non coltiviamo una rete di relazioni che faccia maturare la parte migliore di noi, che non siamo niente se viviamo di… niente.
Mia sorella sembra stare meglio, ma ancora non si sa bene cos’abbia avuto e cos’abbia ancora, seppure in modo attenuato.
Voglio ancora una volta aggrapparmi alla vita e a quanto di meraviglioso trovo in essa.
E non voglio più stare a guardare.

Il tempo delle comparsate è finito.

8 commenti:

riccardo uccheddu ha detto...

Naturalmente spero che tua sorella possa ristabilirsi totalmente e quanto prima, Erica.
Gli affetti familiari (benchè talvolta difficili) sono fondamentali.
Nel senso che ci danno un fondamento, una "base stabile quando soffia il vento ddei cambiamenti", come dice Dylan in "Forever young."
Commenterò il resto del post con più calma: contiene molti sopunti filosfici interessanti.
Coraggio!

Anonimo ha detto...

Dolcissima Erica...Ti ho pensata molto in questi giorni...Perchè mi chiedevo come erano andate le cose...Spero che presto si possa capire qual'è il problema di tua sorella...Perchè capisco, rimanere in attesa e non sapere cosa procura dolore, qual'è il problema...Io ieri sono stata a fare una visita parecchio lontano ed è stata una fatica immensa...Nessuna piacevole novità, ma sorrido alla Vita e vado avanti...Non mi arrendo e vivi vivo vivo...Proprio come ribadisco anche a Te...Fai bene a non restare a guardare...Afferra la Vita...Ti abbraccio forte...Eli

Erica Lee ha detto...

Grazie Riccardo, anch'io me lo auguro.
Sei sempre il benvenuto nel mio blog.

Erica

Erica Lee ha detto...

Mia dolcissima Elisa
è da un po' che non sopporto più di guardare la vita attraverso i vetri.
Mi sto muovendo e spero fortemente di poter "viaggiare", fra qualche mese, a pieno regime.

Mi dispiace... diciamo che sono affranta... che anche quest'altra visita non ti abbia dato ciò che speravi (e speravo anch'io).
Continua a vivere, anch'io lo faccio grazie a te, mia dolcissima amica.
A presto, Erica.

riccardo uccheddu ha detto...

Tante, troppe volte ci sentiamo costretti a scegliere una maschera.
Non si tratta però (come pensano alcuni) di vigliaccheria, ipocrisia o superficialità. Tutt’altro!
Il fatto è che spesso, di fronte a comportamenti di persone anche a noi molto care, ma poco attente a determinati equilibri, dobbiamo appunto mascherarci… per es. da giullare o da saggio buddista… quando vorremmo urlare.
Ben pochi vogliono guardare dietro quella maschera: più comodo pensare che abbiamo sempre pronta qualche battuta o una massima filosofica.
Che la vita sia davvero, come dice Shakespeare (cito a… smemoria) il balbettio di un idiota recitato sulla scena di un teatro deserto?
Forte, a volte, la tentazione di crederlo!
Ohi, spero di non esser andato fuori tema.
Ciao!

Erica Lee ha detto...

No, non sei andato fuori tema.
Io, la maschera, ultimamente la metto con molta consapevolezza per obbligarmi a non urlare e a coprire di insulti certe stupide, inette, superficiali e obnubilate menti.

Che dici, stando così le cose, è meglio che mi tengo su la mia bella maschera?

Ciao, a presto.

Anonimo ha detto...

Qualcuno diceva che siamo canne al vento... con quanta precisione è stata così dipinta l'immagine della nostra fragilità e quasi inconsistenza, di fronte alle dolci brezze o agli impetuosi uragani che attraversiamo!
Ma le canne possono risuonare, produrre melodia e non lo fanno se non ci si soffia dentro. Perciò il "vento" è necessario perchè la nostra vita risuoni.

Erica Lee ha detto...

Grazie Anonimo per questo commento così soave e profondo.
Avrei preferito sapere il tuo nome, ma va bene così.
Grazie ancora d'aver speso un po' del tuo tempo per regalarci il tuo pensiero.
Erica Lee