lunedì 1 settembre 2008

La vita che volevamo 2

Dopo quattro giorni a Bologna, eccomi qui. A casa. E' piacevole sentirne l'odore. Tutto ritorna come prima e non mi dispiace. Ma ieri non ero dello stesso parere. Si torna al "lavoro usato", all'intimità delle gelide serate invernali, ai film che non vuoi vedere, alle passeggiate costrette nei paltò, alle cioccolate divorate davanti al monitor e ai giochi in casa per lenire la noia della pioggia.
Quando mi sentirò sola avrò un antidoto: penserò al moto perpetuo del Pendolo di Foucault nella Basilica di San Petronio, all'incontro del tutto inatteso con Pupi Avati nell'ascensore della Pinacoteca Nazionale, ai dipinti di Guido Reni, dei cugini Carracci, di Pelagio Palagi nelle Collezioni Comunali, alle imperdibili creazioni di Antonio Basoli, all'immenso sapere custodito nella Sala Borsa. Rievocherò la magia dei clavicembali, delle arpe, dei corni e dei flauti traversi nel Museo della Musica e la contagiosa allegria del Circo della Pace di Bucarest in Piazza Scaravilli. Penserò ai tiri a pallone nei parchi di Bologna, tra un'altalena, uno scivolo e il fresco della sera.

Penserò alla vita che palpita ovunque e si nutre di sé stessa, strappandomi un sorriso.

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