mercoledì 14 gennaio 2009

A Elisa, una donna speciale

Ieri ho letto i tuoi ultimi post, poi, poco fa, quello che hai scritto questa notte.
Non potevo non tornare sul tuo blog. Lo so che non so chi sei, dove abiti, che faccia hai, ma davvero sento il tuo dolore e prego affinché il miracolo avvenga.
Vorrei sentirti libera dalla sofferenza continua, vorrei un giorno vederti con il bambino che sogni tra le braccia, con il tuo Francesco accanto mentre ride felice.
Io credo che i miracoli possano accadere. E non mi arrenderò con la preghiera.
Perché voglio che tu viva e viva realizzando i tuoi sogni, insieme alla tua musica.
Non so chi sei, ripeto, ma ti sento vicina come se fossi mia sorella.

Ti stringo nell'attesa di sentirti felice e, anche se può sembrarti assurdo: ti voglio davvero bene.

Erica Lee
p.s. Per chi volesse seguire il blog di questa donna davvero speciale: http://blog.libero.it/Artemide88

domenica 11 gennaio 2009

Striscia di Gaza: terra di sangue

Proviamo a salvarne almeno uno!
Firma la petizione che trovi cliccando qui sotto:
http://www.avaaz.org/en/gaza_time_for_peace/

giovedì 8 gennaio 2009

Quello che le donne dicono

Non ho fatto una stima precisa (non sarebbe possibile) di tutti i blog in rete scritti da donne più o meno giovani ma, scorrendo la barra soprastante e curiosando qua e là, ne ho trovati in numero superiore ai blog scritti da uomini. E mi sono fatta una domanda: perché?
E allora ho ripensato a tutte le donne che ho incontrato ─ educatrici, amiche e pseudo-tali, nemiche, parenti e pseudo-tali ─ e ho dovuto ammettere che la quasi totalità di loro aveva un desiderio strabiliante di comunicare, di tirare fuori le proprie solitudini o le loro gioiose follie.
E io non faccio di certo eccezione.
Tutte noi vorremmo, in un modo o nell’altro, tirar fuori quello che abbiamo per troppo tempo chiuso in “cassaforte”, per farci conoscere, rispettare, amare. Già, amare. Perché il punto focale è sempre lo stesso: noi siamo nate per amare e per ricevere amore.
E lasciate perdere la favola che le donne siano come gli uomini e che anche per loro vale la regola di “una notte e via”. Molte di noi vogliono raccontarselo per rendere sopportabile il dolore della delusione per quell’uomo mai più rifattosi vivo.
È inutile, noi siamo più eteree e profonde degli uomini. Sì, perché a noi non basterà mai una partita a calcetto, un palmare nuovo o una corsa di Formula 1 in TV per essere felici.
Noi vogliamo di più.
Qualcuno potrebbe obiettare che questo è il vero limite delle donne.
Forse. A volte l’ho pensato anch’io.
Ma meglio una donna che piange vedendo lo strazio della guerra in tv, che un uomo rimbecillito con la Playstation. Probabilmente nessuno dei due cambierà il mondo, ma la prima forse ci proverà.

venerdì 2 gennaio 2009

Dove sono i vostri sogni? Dove, i buoni propositi per il nuovo anno?

Il mese appena iniziato si prospetta ricco di lavoro e di emozioni. Devo lavorare alla revisione del romanzo che sarà stampato a settembre di quest'anno e, come tutti gli scrittori sanno o aspiranti tali possono immaginare, mi ritroverò ad assaporare un momento dolcissimo ed estremamente atteso: la tua creatura non viene più imboccata, ma comincia a fare i primi passi e infine sarà pronta per correre.
Non è il romanzo al quale stavo lavorando quest'estate e, a ritmi alterni, anche in autunno (quest'ultimo non è stato ancora terminato per mancanza di tempo "fisico", ammesso che il tempo ne abbia uno) ma è quello che ho finito di scrivere nell'agosto 2007, dopo essermi praticamente barricata in casa con 35° Celsius, circondata da una marea di appunti, schede personaggi, ambientazioni e successione capitoli, attaccati col nastro adesivo sui muri, penzolanti dagli scaffali della scrivania, affastellati sulla piccola lavagna magnetica (acquistata diversi anni or sono come promemoria per la spesa).

E poi, devo continuare a studiare l'inglese. Mio marito mi ha fatto un regalo bellissimo per Natale: l'abbonamento a Speak up, così non sarò costretta a chiedere i fascicoli in prestito e potremo usufruirne entrambi. Sì, anche lui sta approfondendo lo studio dell'inglese.
Se questo studio non ci porterà da nessuna parte, ci permetterà almeno di arricchire le nostre conoscenze.

Cos'è la vita senza la conoscenza, senza stimoli, sogni o traguardi da raggiungere?

Una persona che conosco mi ha detto:
- Come fai a sognare, a sperare, vedendo tutto quello che succede nel mondo?
Gli ho risposto:
- E' proprio quando tutto intorno a noi crolla per farci sprofondare all'inferno che abbiamo bisogno di risalire. E cosa può farci ritrovare le forze se non i sogni e la speranza di realizzarli?
- Ma spesso i sogni non si realizzano! - ha aggiunto.
- Ma non potrai mai esserne sicuro se non ci provi... se lo farai davvero... sudando, studiando, lavorando con impegno... non potrai rimproverarti di nulla e non avrai rimpianti.

E voi, avete realizzato i vostri sogni?
Ma soprattutto: ne avete uno?


mercoledì 24 dicembre 2008

Lettera per un bambino non ancora nato.

Amica mia, ho provato a dirtelo a voce, ma voglio ripetertelo anche tra queste pagine che leggi spesso: non arrenderti alla vita, non arrenderti alla paura!
Ti prego, accogli la vita che hai dentro di te, che batte già dentro di te e non lasciare che te la strappino via. Sì, perché davvero te la strapperanno via… ma solo se tu lo vorrai!
Sgretola il macigno delle paure, perché non sei sola, te lo posso assicurare!
Io ci sono e anche le associazioni per la vita… non ti ricordi quell’indirizzo sulla bacheca dell’ospedale?
Forse adesso i tuoi genitori non comprendono, ma si arrenderanno alla vista di quel fagottino al quale spero, con tutto il mio essere, tu darai la vita. E forse, un giorno, comprenderà ogni cosa anche il tuo ragazzo.
Pensa, il prossimo anno potresti celebrare il Natale con il tuo Gesù bambino!
Ti guarderai indietro e penserai: è il dono più speciale che abbia ricevuto, inaspettato e immenso.
I figli non sono dei mostri, se a loro dai amore ne ricevi. Se a loro insegni l’amore, loro lo impareranno.
E non sono così costosi come vogliono farti credere. Sono costosi solo se vuoi che lo siano. E tu lo sai che periodo difficile abbiamo passato io e mio marito, quando aspettavamo “lui”. Te lo ricordi, non è vero? A me non avevano rinnovato il contratto e la ditta dove lavorava mio marito stava per chiudere i battenti.
Ma non ci siamo arresi ed ora siamo genitori straordinariamente felici e, grazie all’energia che “lui” ci ha dato, ci siamo rimessi in carreggiata.
Siamo ancora “claudicanti”, e tu lo sai, ma va bene così.
Ti ricordi la carrozzina di seconda mano, le tutine regalate e il mio latte dato al bambino per 14 mesi?
L’unica vera spesa erano i pannolini che compravo delle marche non pubblicizzate e nel periodo delle offerte. Non puoi non ricordartene.
Ti sembra che mio figlio sia infelice anche se non è nato nell’oro?
Quante volte mi hai detto che “lui” è il bambino più sereno che tu abbia mai conosciuto?
Ora, anche a te, è stato regalato questo dono straordinario. Va’ avanti, amica mia, va’ avanti.
Forse non sai da dove cominciare, ma io ci sarò per te. Perché anch’io non ne sapevo niente, ma il bello dell’essere genitori è percorrere una strada insieme. Insieme.
Non temere, solo l’egoismo e la cultura della morte rendono infelici.
L’amore, quello VERO, invece, ci dona quella serenità e quella gioia che non si possono descrivere a chi non le ha provate.
Ti abbraccio nel modo più avvolgente che tu possa immaginare.
Il Natale è dentro di te.

sabato 20 dicembre 2008

Nascita e Rinascita

Un mio caro amico mi ha inoltrato gli auguri di un vescovo (che non si firma Monsignore ma, semplicemente, Don Tonino Bello). E io voglio inoltrarli a voi, perché non sono i soliti auguri senza sale o da buttare via come pasta incollata, ma sono auguri SCOMODI, perché il mondo non ha più bisogno di belle parole che lascino sguazzare l'uomo nel fango dell'indifferenza o che lo facciano sentire "giusto" solo perché non ha ucciso materialmente qualcuno.
Purtroppo non siamo buoni e bravi solo se andiamo a Messa la domenica e di tanto in tanto facciamo l'elemosina. Questo possono farlo tutti. Il vero coraggio dei "giusti" sta nella "follia dell'amore" che porta ciascuno di noi a vivere, a sentire e condividere davvero la realtà meno piacevole del nostro prossimo: amici e, soprattutto, nemici.

"Carissimi,
non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi "Buon Natale" senza disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l'idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l'ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoistica, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finchè non avrete dato ospitalità ad uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio, che diventa uomo, vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate ..
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse, è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli, che annunciano la pace, portino ancora guerra alla vostra sonnolenza tranquillità, incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l'aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo stermino della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell'oscurità e la città dorme nell'indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere "una grande luce", dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell'edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, "facendo la guardia al gregge", e scrutano l'aurora, vi diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio.
E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri, che è poi l'unico modo per morire ricchi
.

DON TONINO BELLO "

Che l'AMORE scaldi i vostri cuori e illumini le vostre menti.
Erica Lee

martedì 16 dicembre 2008

Un anno speciale

Sono in fermento, come mai prima d'ora.
Nell'ultimo anno sono passata da una vita molto monotona a una vita estremamente (per i miei standard) veloce e piena di impegni. La vita che ho sempre desiderato, tanto per essere chiari.
E, come succede spesso nella vita, tutto mi è caduto addosso all'improvviso. O forse no.
In tutti questi anni, diciamo che mi sono impegnata tanto, in sordina, accettando ogni tipo di lavoro onesto e mal pagato, studiando, cercando, sperando (spesso piangendo) che il mio momento sarebbe arrivato... ed è arrivato!
Tutta la fatica e la sofferenza sono servite per portarmi esattamente dove sono adesso e dove, forse, sarò in futuro.
E poi, come succede spesso nella vita (vedi sopra), tutto cambia e ci porta verso un'altra direzione.
Ora, però, lasciatemi godere questo momento speciale della mia vita. Il più bello che io ricordi.