mercoledì 25 agosto 2010

Che faccio, parto?

Questa notte ho gironzolato qua e là per la casa, per poi riaddormentarmi immersa in un sogno: partivo. Era deciso, mi lasciavo tutto alle spalle, con le valigie neanche tanto pesanti e una macchina piccola ma nuova di zecca, con dei brillantini sul cofano e intorno agli specchietti. Nel sogno so che il viaggio mi porterà lontano e decido di lasciare la macchina alla stazione e partire col treno. Penso che una volta giunta alla mia destinazione, tornerò a riprendermi la mia piccola, nuova auto.
Corro per fare il biglietto ma la stazione è coperta da ponteggi che ne ostacolano l’entrata, l’orologio corre e io non riesco a fare il biglietto, molti cercano di passarmi avanti, io li sorpasso ma la biglietteria non c'è... poi fuori non trovo più neppure la macchina.
E io mi sveglio stanca e vuota.

Che dite, sto male?

4 commenti:

riccardo uccheddu ha detto...

E' possibile che tu stia male o almeno, non benissimo.
Ma secondo me, i sogni non possono essere "spie" attendibili di un malessere, di un disagio.
Per me, troppe volte (seguendo eccessivamente certa psicanalisi) prendiamo i sogni troppo sul serio.
Ma partire... eh, quella non sarebbe una cattiva idea.
Il problema è che ci sono tante di quelle cose da fare... per noi che non abbiamo yacht e miliardi!
Salutone salutone.

Erica Lee ha detto...

No, partire sarebbe un'ottima idea, anzi come direbbe il signor Burns: "ECCELLENTE!"
Un caro saluto, Riccardo.

michelina ha detto...

...ma poi torni?

Erica Lee ha detto...

E chi lo sa?
La testa ha deciso di non fare ritorno.