martedì 29 settembre 2009

Straniero?

Stavo riordinando delle mensole, quando mi sono imbattuta in un foglio di giornale che riportava un breve articolo risalente a diversi anni fa. L'ho trovato oltremodo attuale e ho deciso di riportarlo qui sotto.
Ignoro chi ne sia l'autore, ma lo ringrazio per avermi regalato più di uno spunto di riflessione.
E in un mondo così ottuso e violento non è certamente cosa da poco.


"Il tuo Cristo era un ebreo,
la tua automobile è giapponese,
la tua pizza è napoletana,
il tuo profumo è francese,
il tuo riso è cinese,
la tua democrazia è greca,
il tuo caffè è brasiliano,
il tuo orologio è svizzero,
la tua cravatta è di seta indiana,
la tua radio è coreana,
le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine,
i tuoi numeri sono arabi,
le tue lettere sono latine...
E... tu rinfacci al tuo vicino
di essere straniero?"

3 commenti:

riccardo uccheddu ha detto...

Ciao, Erica.
Ho letto anch'io queste bellissime parole ma come te, purtroppo nemmeno io ricordo il nome del suo Autore.
Anzi, pardon, AUTORE: con tutte le maiuscole, perchè le merita.
Quel che non capisco, del razzista e nel suo rifiuto dell'"altro", è la dura, ottusa, forse insuperabile volontà di capirlo. E di accettarlo.
Chi rifiuta lo straniero, sembra quasi che se ne vanti ed esibisce gioia(!) di fronte alle sue sofferenze.
Nel condannare il nazifascismo, di cui il razzismo era parte integrante, Brecht osservava che all'accusa di brutalità, esso rispondeva "con il fanatico elogio della brutalità."
Con chi ragiona insomma in modo fanatico e si situa al di fuori appunto della ragione e dell'umanità, che fare? A volte è dura...
Ciao!

Erica Lee ha detto...

Che fare? Continuare a combattere la brutalità e il razzismo con la reale e quotidiana accettazione dell'altro: l'immigrato, il disabile, l'anziano, l'emarginato, il malato.

Ricordiamoci che ognuno è straniero e diverso per qualcun altro. Ciao Riccardo.
Erica

riccardo uccheddu ha detto...

Hai ragione, Erica: la strada è quella.
E non bisogna mai cedere alla tentazione di gettare la spugna e di rassegnarci alla cattiveria ed all'ignoranza.
Buona giornata.