lunedì 21 settembre 2009

Quando la malattia bussa alla porta

Rileggendo gli ultimi post e in modo particolare l’ultimo in assoluto, mi sono resa conto che Dio mi stava pian piano preparando a un dolore che, almeno per il momento, avrei ritenuto inimmaginabile.
E poi sono andata a ritroso, fino ad acciuffare i post scritti a dicembre e a gennaio, in cui dicevo che ero in un momento particolarmente felice della mia vita, ma che attendevo i capovolgimenti di fronte perché tutto muta, e non sempre in meglio.
Ebbene, l’ultimo post era dedicato a mio figlio “L’amore più grande”, in cui raccontavo come lui temesse di perderci e come mio marito ed io cercassimo di consolarlo.
Quello che non sapevo è che, a distanza di una sola settimana, noi avremmo rischiato di perdere lui. Per sempre.
Dopo una chiacchierata telefonica al pediatra (che non ha scavato a fondo sui malori di mio figlio) in cui formulavo io delle ipotesi e dopo una visita alla guardia medica che pur non avendo capito cosa fare ci ha almeno suggerito di andare subito al pronto soccorso pediatrico (vale a dire non al generico pronto soccorso, ma direttamente in ospedale al reparto di pediatria), finalmente una dottoressa e un’infermiera di esperienza hanno capito immediatamente, e soltanto ascoltando i sintomi da me elencati, cosa avesse mio figlio.
Lui beveva molto (mi sembrava strano, ma in fondo c’era un’afa incredibile e lui aveva sempre bevuto tanto), si alzava per andare in bagno anche 2 volte durante la notte e 2 volte aveva anche bagnato il letto (e non era mai successo prima), non evacuava più regolarmente (tanto che avevo dovuto fargli un clistere), avvertiva da alcuni giorni dei dolori alla pancia e un senso di malessere che non riusciva a spiegarmi, era stanco (passava dal divano al letto e giocava poco) e soprattutto (nei giorni precedenti il ricovero) aveva cominciato a respirare in modo sempre più affannoso.
Il verdetto è stato chiarissimo: DIABETE.
- In che senso?- ho detto io stranita.
- Signora, suo figlio ha quello che si definisce diabete d’esordio. Significa che dovrà fare l’insulina per tutta la vita. Ora cerchiamo di ristabilire i suoi valori e diluire il livello altissimo di zuccheri che ha nel sangue.
La testa ha cominciato a girarmi e io vedevo il suo corpicino inerme, le sue labbra disidratate, i suoi occhi che cercavano i nostri, sentivo il suo respiro così affannoso da sembrare assordante.
Lui era all’anticamera del coma e nessuno, compresi noi i suoi genitori, tranne quei due angeli vestiti di bianco, avevano capito quanto fosse grave.
Sono esplosa a piangere girandomi per non farmi vedere, mentre mio marito cercava di coprirmi affinché non spaventassi il nostro “amore più grande”.
Così ho ricacciato tutto dentro, perché lui aveva bisogno di me, e mi sono seduta accanto al suo lettino: la sua mano nella mia, il suo viso contro il mio, il mio respiro contro il suo, occhi negli occhi per scambiarci un sorriso.
Solo dopo alcuni giorni i medici ci hanno detto che hanno temuto fortemente per la sua vita nelle prime 24 ore di prognosi e che sono rimasti stupiti dalla resistenza del suo fisico:
- Se suo figlio non avesse avuto un fisico così forte, non so se ce l’avrebbe fatta.
Già...
Ma ora eccoci qua: ancora tutti insieme, ancora più saldi, ancora di più una famiglia.
L’umore si abbassa, poi s’impenna, come la glicemia di mio figlio, ma non importa.
Io e mio marito abbiamo ancora il nostro amore più grande.

4 commenti:

Valentina ha detto...

Mamma mia mi sono venute le lacrime agli occhi ed i brividi sulla pelle.Ti sono vicina con tutto il mio affetto e sono sicura che l'amore grande che lega la vostra famiglia vi aiuterà a superare questo momento difficile e a far risplendere di nuovo il vostro "angelo" meraviglioso.
Un bacio particolare a lui il vostro Amore Grande

Erica Lee ha detto...

Grazie Valentina.
Ci proviamo ogni istante a far risplender sul suo volto la gioia e a rendere il suo fardello il meno gravoso possibile.
Un abbraccio a te e a tutta la tua famiglia.
Erica Lee

Anonimo ha detto...

(Atena.88 Libero)
Erica....Perdonami...Sono riuscita a mala pena a connettermi ora...Perchè la mia Vita è cambiata, tanto...Ma ora, NON mi importa per nulla dei miei cambiamenti, della mia vita, di tutto quello che mi gira attorno...Mi importa ancora di piu' di Te, di Voi....Perchè dal tuo ultimo commento, avevo sentito qualcosa di doloroso in mezzo al petto..Uno spillo grande che mi trafiggeva...E quel qualcosa non era a caso...Poi però, non sono riuscita a connettermi fino ad oggi...E sono corsa qui...E ho letto di tuo Figlio...E Dio mio...Mi è venuta una tristezza atroce, mista a tanta forza che ho cercato e sto cercando anche ora, mentre ti scrivo, di infonderti e di inviarti, per dare un pò di sollievo ai tanti momenti ondeggianti nel cuore di mamma e nella giornata di tuo figlio.
So cosa voglia dire avere paura, paura di perdere il bene piu' prezioso, il bene che è nato da altro amore..Il bene che è parte di noi...So quanto sia stato angosciante il tempo interminabile della degenza...E tutti i pensieri, le sensazioni...Ma l'importante è che siate rimasti uniti, e che ora il tuo cucciolo stia meglio...Capisco cosa voglia dire avere il diabete...Ci vuole un pò di tempo e poi piano piano vi "inserirete" nella routine tra glicemie, insuline, visite di contrllo, analisi,...E poi ha una mamma forte come te :-) Vuoi mettere?!?!?
Dolcissima Erica, io ti lascio un grande abbraccio forte...E una preghiera ogni sera per tutti voi...Quando e se vuoi, hai la mia mail...Sai che puoi scrivermi...Mi farà piacere...Ti voglio tato, tantissimo bene...Eli

Erica Lee ha detto...

Mia cara, unica e preziosissima Elisa, grazie infinite per le tue parole. Solo chi conosce il dolore può capirmi. Sì, è stato straziante e non passa un istante della giornata senza pensare a quei giorni prima del ricovero, alla sua degenza in ospedale. Non passa un istante in cui non ringrazio Dio per avermi concesso di essere ancora la sua mamma, di prendermi ancora cura di lui, di gioire per i suoi sorrisi o piangere per le sue lacrime.
Tu mi capisci, tu sai cosa vuol dire, dolcissimo angelo.
Ma adesso pensa a te: meriti di essere felice, meriti tutto. Che Dio ti assista e ti benedica sempre.
Ti voglio un bene immenso anch'io.
Erica