lunedì 27 aprile 2009

Incubo: paure inconsce o futura realtà?

La pioggia continua a scendere incessantemente, mista alle foglie strappate dal vento.
Il freddo si insinua sotto i vestiti, mai troppo pesanti per me, infreddolita cronica.
Vorrei restarmene a casa questa sera, ma devo andare al corso per diventare volontari. Ormai restano solo tre lezioni e non posso mancare, nonostante la salute claudicante... perché ultimamente non sono al top.
Forse il mio corpo mi sta lanciando dei segnali che io faccio fatica ad interpretare, sì, perché avverto dei cambiamenti sia in negativo che in positivo.
In realtà vorrei nascondermi nel ventre del mio letto per non pensare.

Forse è un sogno che ho fatto alcuni giorni fa ad avere sconquassato il mio equilibrio faticosamente raggiunto. Ve lo racconto.
Sto vagando sotto la pioggia scrosciante, nel buio di una città con scale ripide e strade senza uscita. Sono completamente calva, trascino il mio corpo smunto e quasi gommoso per via dei bubboni che mi deformano i tratti. Il pallore del mio corpo è irreale, alieno.
Un uomo mi vede sotto la pioggia e mi offre le sue braccia per scendere da uno scalino, diventato improvvisamente alto alcuni metri.
A lui non faccio ribrezzo, ma sento che ormai non ha più molta importanza, perché so, con estrema lucidità, che mi restano... solo due giorni di vita.

Credetemi, a distanza di alcuni giorni continuo ancora ad avere i brividi nel rievocarlo.

Cosa avrà voluto dire: che ho paura di non realizzare i miei obiettivi, che ho paura di essere abbandonata, che ho paura della morte?
Non lo so, ma mi auguro davvero che un tale incubo non diventi realtà.

domenica 19 aprile 2009

Il calcio mi perseguita ma...

Io, che avevo un padre allergico a 90° minuto, io che da ragazzina non sapevo neanche cosa fossero i Mondiali di Calcio, io che crescendo ho smesso di ignorare per cominciare a detestare palloni e reti, io che col passare degli anni avrei dato l'ergastolo a chiunque -giocatori, dirigenti, pubblicitari e soprattutto tifosi- avesse a che fare con una stupida palla non più solo la domenica, ma 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana per 365 giorni all'anno, io, PROPRIO IO, ho sposato un calciatore, ho un suocero ex-calciatore e allenatore, un cognato super-calciatore, zii acquisiti ex-calciatori e cugini acquisiti calciatori. E mio figlio, secondo voi, che tipo di sport pensate abbia scelto? Ovvio, no? Oggi, udite udite, ha giocato la prima partita della sua vita!

E io?...Mi sono divertita come una pazza!!!
Ho tifato, riso, incitato e ho fatto l'applauso a tutti, soprattutto agli avversari quando erano sotto di qualche goal, perché mi dispiaceva.
Insomma, tra gli spalti ridevamo tutti come se fossimo a una gran festa!


E allora ho pensato che i calciatori e i tifosi dovrebbero ritornare di nuovo bambini per riscoprire il gusto del gioco e della vita. Proprio come me, oggi, attraverso gli occhi e l'esultanza gioiosa di un covata di "pulcini".

sabato 11 aprile 2009

La vita vince la morte


La vita tornerà a scorrere e, come un fiume, si porterà via i detriti, limerà le pietre e ci porterà lontano dal dolore devastante.

Resteranno i ricordi, i sorrisi dei bambini, dei giovani e meno giovani, che ritroveremo nell'altra vita.
Perché loro risorgeranno proprio come il Cristo, e già da lassù guardano l'abisso del nostro mondo senza regole.

Dunque, buona Pasqua, Pasqua di ritorno alla vita, che vince la morte e... il dolore.

martedì 7 aprile 2009

Terremoto: case e vite spezzate

L'abbiamo sentito, eccome se l'abbiamo sentito! Scosse lunghissime e ondeggianti.
Non sulle nostre teste, per fortuna.
Siamo lontani abbastanza per avvertirne l'angoscia, ma non il terrore cieco.
Guardo le immagini alla Tv e non mi sembra vero.
Non riesco a pensare al dolore dei superstiti nel vedere figli, genitori, nonni, zii, nipoti, amici sepolti sotto le macerie.
E poi il mio pensiero va ai soccorritori che, proprio un'ora e mezza fa, hanno rischiato ancora una volta la loro vita, sorpresi da una scossa violentissima in una casa lesionata.
Che Dio doni a questa gente la forza e il coraggio per riacciuffare la vita.

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