lunedì 29 giugno 2009

L'ultima cena

Dunque, tutto è cominciato con una telefonata dell'amica F. che ha esordito con un "Ehilà mummia! Quando ti decidi a uscire dal sarcofago? Ho organizzato una cenetta per sabato sera in un ristorantino niente male. Siamo io, V. , L. , M. e tu, ovviamente. Non voglio sentire scuse. Affida il pargolo al consorte, levati le bende (n.d.r. in riferimento alla mummia) e vieni a nutrirti di chiacchiere in tutta tranquillità .- , - Va bene. - le ho risposto. - Lascerò la piramide per una sera, se ci tieni tanto! -, - Brava! Vedrai, sarà una serata fantastica! -.

Così, sabato sera, ci incontriamo nel ristorantino stabilito (davvero niente male).
Il profumo di pane fresco e il sorriso del cameriere all'ingresso fanno presagire che andrà tutto per il meglio.
Le mie amiche sono in tiro e molto su di giri.
I complimenti si sprecano: - Ma stai benissimo! -, - Ma scherzi? Sei tu che dimostri al massimo 30 anni! -, - Questo taglio di capelli è fantastico! -, - Anche tu hai cambiato colore, mi pare! Ti sta che una meraviglia!- ... e così via.

Ci portano gli antipasti e io mi sento davvero bene. Il mio umore è alle stelle, mi sento rilassata e il mio stomaco è gratificato dalle bruschette appena sfornate.
Poi, ho la brillante idea di porgere un'innocua domanda a V: - Quando vai in ferie?-.
Mai nella storia, furono pronunciate parole più sventurate delle mie!

- Ferie, ferie dici? Sono già in ferie e lo sarò per un bel po'. Sono stata licenziata. -.
Per poco non mi va la bruschetta di traverso.
- Com'è possibile? - le urliamo tutte all'unisono.
In effetti, se è stata licenziata lei (pluri-laureata, con esperienza ventennale nel settore) che fine dovremmo fare noi?
L'analisi del licenziamento prosegue, toccando tasti sempre più dolenti: il suo conto molto prosciugato, la decappottabile difficile da mantenere, il senso di impotenza nel fronteggiare qualcosa mai provato prima, di frustrazione verso un uomo (il suo capo) che le aveva fatto credere che tutto andasse per il verso giusto.

Insomma, le prime lacrime cominciano a bagnare bruschette e anche affettati.

- Non me ne parlare! - interviene all'improvviso F. - Il tuo capo è stato uno st....o, ma mai quanto il mio ex! Lo sapete cosa ha fatto? -
E noi, ancora all'unisono:- Ex, come ex? Che cosa ha fatto? -
- L'ho trovato in macchina con una ventenne e, quando per poco non spaccavo il vetro della macchina, mi ha risposto "Non è come pensi, è solo un'amica". -
Restiamo tutte basite: il suo compagno, ormai ex compagno, era ancora uno dei pochi uomini che ritenevamo sinceri.

Altre lacrime vanno a mescolarsi alle tagliatelle al tartufo.

- Non perché voglia consolarvi, ma io credo che il picco di st....aggine appartiene al mio ex marito. - dice L. - Sono cinque mesi che non manda più l'assegno per i figli. Mi aveva detto che non stava bene, che era in un momento di crisi lavorativa. Io gli ho creduto e gli ho detto pure "Tranquillo, se non ce la fai, stringeremo tutti i denti" e una settimana fa lo vedo con una macchina nuova e il parrucchino sulla testa! Alla faccia della crisi, a questo gli servivano i soldi!

E via... ancora lacrime sull'arrosto misto con patate.

- Ragazze, almeno voi non dovete più avere a che fare con le suocere! Un giorno o l'altro gli spedisco il figlio adorato con tanto di addebito per fine matrimonio. L'altro giorno mi ha infamata dicendo che sto fuori tutto il giorno a fare shopping, perché mi ha visto rincasare con due buste grandi. Solo che dentro c'erano i panni che avevo raccolto per la CARITAS. Ma si può essre più maligne?-

Le lacrime di rabbia sprofondano nella macedonia con panna e io ammutolisco.

A un certo punto mi dicono tutte: - E tu non ci dici niente? Come ti va. -
- Io?... Beh... ho firmato il contratto per la pubblicazione del romanzo... e ho avuto anche una proposta lavorativa oltre Manica... beh, più che altro una proposta di collaborazione molto interessante... e sul fronte famiglia tutto bene... io e mio marito ci amiamo... moltissimo. -
Ho gli occhi torvi di tutte fissi su di me, al limite della congiura.
Sono tanto malignamente eloquenti che, spiazzata dall'imbarazzo, stiracchio un sorriso e, ahimè, chiedo: - Allora, a quando la prossima cena?-

Le vedo alzarsi tutte stizzite con sigarette e accendini, pronte a catapultarsi fuori.

Ma perché non ho chiesto il conto prima degli antipasti?